Se è noto che le operazioni di aggregazione tra aziende sono regolate dal principio di “neutralità”, la stessa cosa non risulta altrettanto evidente con riferimento alle operazioni di aggregazione tra professionisti. Quanto detto, non tanto perché le associazioni fra professionisti non risultino parimenti neutrali – anche solo, come si vedrà, visto il progressivo avvicinamento, nel corso degli anni, tra le regole di determinazione del reddito d’impresa e quelle che si applicano ai redditi di lavoro autonomo – bensì a causa di una sorta di “obsolescenza normativa” per tale ultima tipologia reddituale (lavoro autonomo). Normativa, che, alla data odierna, non prevede la “neutralità” delle operazioni di aggregazione tra professionisti. Si ritiene, tuttavia, che le riorganizzazioni professionali, così come quelle tra imprese, non debbano incontrare ostacoli di carattere fiscale , non comportando, in linea generale, alcuna tassazione. Quanto detto, prendendo a riferimento la “trasformazione” dell’associazione professionale in Stp , se si considerano le norme di cui agli articoli 170 e 171 del Tuir, che stabiliscono la neutralità fiscale in tutti i casi in cui i beni, i crediti e le attività interessate dall’operazione non “transitino” in una sfera giuridica diversa da quella di provenienza (beni utilizzati per l’esercizio dell’attività professionale). Senza che si realizzi quindi, in questi ultimi casi, alcuna ipotesi di realizzo/destinazione dei beni e delle attività ad una finalità diversa da quella svolta in precedenza , e senza che si possa ritenere parimenti realizzato un “conferimento” – come si vedrà, invece, essere stato ipotizzato (erroneamente) da parte dell’Agenzia delle Entrate.