ACCERTAMENTO DA REDDITOMETRO
Il redditometro rappresenta per l’Amministrazione finanziaria uno strumento di accertamento di tipo sintetico che si basa sulla capacità di spesa di un individuo: si parte dall’elemento certo di spesa per arrivare all’elemento da determinare che è il reddito accertato. La possibilità concessa all’Amministrazione finanziaria di inviare ai contribuenti delle richieste informative , anche tramite questionari da compilare, sottoscrivere e restituire, è generalmente indicata con l’espressione «potere-questionario» dell’Amministrazione finanziaria. Trattasi di un particolare potere , che è stato potenziato dalla Manovra d’estate del 2006, meglio conosciuto come decreto Visco-Bersani (Dl n. 223/2006), con lo scopo di incrementare il patrimonio conoscitivo-informativo dell’Amministrazione finanziaria.
Numerosi sono i dati in possesso dell’Amministrazione finanziaria. Tra questi rientrano gli immobili, la dichiarazione dei redditi, le indagini e i controlli effettuati con l’invio dei questionari, le segnalazioni dai Comuni ecc.; tutti questi dati forniscono una serie di elementi che sono determinanti nel calcolo del reddito presunto .
La disposizione normativa prevede che la determinazione sintetica del reddito è ammessa a condizione che il reddito complessivo accertabile ecceda di almeno un quinto il reddito dichiarato : la norma parla di scostamento , confrontando il reddito complessivo e non più il reddito complessivo netto, con quello accertabile. È stata così eliminata quella discrasia che portava a considerare ai fini del confronto un reddito lordo (quello determinato sinteticamente dall’ufficio) con un reddito al netto degli oneri deducibili (quello dichiarato dal contribuente).
L’esame preliminare da parte dell’Amministrazione finanziaria della posizione fiscale dei contribuenti può portare, in presenza di elementi dai quali si desume il conseguimento di maggiori redditi , ovvero di specifici redditi omessi riconducibili all’esercizio di attività d’impresa o di lavoro autonomo, a privilegiare la rettifica analitica riferita alle singole categorie reddituali e ad individuare le posizioni a maggior rischio di evasione.
Sono sostanzialmente tre le modalità di difesa per il contribuente: la dimostrazione di una ricostruzione scorretta della spesa da parte del Fisco; la prova che il pagamento è stato fatto da terzi , deriva da una donazione oppure è stato effettuato tramite mutuo; l’impiego per l’acquisto dei risparmi fatti nel corso di più anni.
La Consulta , in relazione alla previgente disciplina dell’accertamento sintetico, ebbe modo di rigettare le sollevate eccezioni di incostituzionalità , osservando che un accertamento fondato sull’utilizzo di strumenti presuntivi, oltre a non violare il precetto costituzionale della capacità contributiva, rappresenta un mezzo per l’attuazione dello stesso, in quanto è del tutto ragionevole il ricorso a indicatori idonei a dare concreto fondamento alla corrispondenza tra l’imposizione e la capacità contributiva
Sono davvero numerose le pronunce dei giudici di legittimità e tributari in tema di accertamento con redditometro. Dalla radiografia che Cassazione e Commissioni fanno dello strumento emergono soprattutto gli elementi che lo legittimano o quelli in base ai quali lo stesso va annullato. Sono presi in considerazione, tra l’altro, i casi di acquisto di un’automobile a rate e con canone di locazione irrisorio; la rilevanza delle spese per il mantenimento dell’auto anche se l’acquisto è stato giustificato con disinvestimenti; la disponibilità di una nuda proprietà di valore da parte di soggetto a basso reddito; l’accertamento da redditometro basato su canoni di leasing. Da annullare invece il redditometro nelle ipotesi in cui l’acquisto è collegato a liberalità di familiari. La Rassegna offre un agile e pratico vademecum per orientarsi nella materia.